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giovedì 5 gennaio 2012

RITUALE DI AYAHUASCA: dentro la cerimonia



  (foto di proprietà dell'autrice,per eventuali usi e pubblicazioni si prega di contattare la sottoscritta...grazie.)


Usualmente i rituali di ayahuasca hanno inizio verso le nove di sera, preferibilmente senza luna piena al fine di facilitare le visioni indotti dal preparato. I partecipanti prendono posto all'interno dello spazio cerimoniale: in genere una malloca (capanna tradizionale di forma circolare) di proprietà dello sciamano, anche se talvolta può trattarsi semplicemente di una stanza spartana in terra battuta riservata all'occasione. A metà delle persone va a sedersi lo sciamano, ai cui lati, generalmente, si posizionano gli assistenti o gli apprendisti. Esso, poco prima di cominciare, dispone i propri oggetti rituali che impiegherà durante la cerimonia:

  • chacapa: un sonaglio ricavato dalle foglie di una graminacea che viene usato sia per la limpia (pulizia) iniziale dei partecipanti, sia per accompagnare il canto;

  • sigari di mapacho (Nicotiana rustica);

  • agua florìda: un'acqua di colonia usata tra i curanderos per i rituali di pulizia;

  • bottiglia di ayahuasca con bicchiere cerimoniale.
Quando tutte le persone nella sala hanno finito di allestire il proprio spazio con coperte e cuscini (nel migliore dei casi), lo sciamano, “prepara se stesso” fumando un sigaro di mapacho per poi soffiare il fumo sul proprio corpo, sui propri oggetti rituali, sugli strumenti musicali ed infine, dentro la bottiglia con l'infuso per tre volte, dopodichè, chiuso il tappo, la capovolge ripetutamente affinchè il fumo possa ben amalgamarsi con il liquido. L'uso del tabacco ha la funzione sia di purificazione, sia di offerta agli Spiriti del mondo invisibile, realtà extra-ordinaria, in cui di lì a poco, lo sciamano ne entrerà in contatto. A questo punto, il curandero, pronuncia la sua orazione agli Spiriti e all'Ayahuasca stessa perchè la cerimonia si svolga senza problemi e perchè le richieste dei presenti possano essere soddisfatte.
Nel silenzio, dopo aver pronunciato le sue richieste, versa un primo bicchiere di infuso che berrà per primo; dopo ciò ciascuno dei partecipanti, a turno, si reca davanti allo sciamano per bere dal bicchiere la quantità desiderata.
A questo punto la candela viene spenta ed i presenti rimangono nel buio e nel silenzio più assoluto, in attesa che i primi effetti dell'ayahuasca si manifestino. Dopodichè, il curandero, intona un canto al fine sia di accrescere e potenziare le visioni dei presenti, sia per chiedere nuovamente sostegno agli Spiriti del Mondo Invisibile, primo fra questi quello dell'Ayahuasca. In questo frangente, uno degli aspetti più importanti che riguarda i pazienti è che questi raggiungano il cosiddetto stato di mareaciòn: termine che, più che riferirsi agli effetti dati dalla bevanda, indica un ondeggiare tra la propria immagine e la percezione del proprio corpo fisico.
La parola "mareación" evoca infatti la sensazione di vertigine simile a quella che si prova quando ci si avvicina allo stato di ubriachezza, spesso percepita come a continue ondate crescenti, fino a raggiungere un picco, che poi diminuisce ritmicamente come un reflusso marino.
Altro aspetto rilevante è la funzione del vomito – o in taluni casi della diarrea. L'ayahuasca, si sa, ha forti proprietà emetico-purgative, tant'è che in alcuni luoghi viene chiamata proprio “purga”.In tali contesti, come quello cerimoniale, appunto, è importante non fermarsi a considerare quest'aspetto come un semplice “effetto collaterale” dell'infuso. L'azione del vomito, dell'espulsione e del rigetto viene considerato quasi come un'azione “catartica”, liberatoria, dove la materia espulsa rappresenta l'insieme delle negatività accumulate dal paziente, sia dal punto di vista psicologico, che fisico. Attraverso il rigetto si attua un processo di pulizia: la persona “vomita” emozioni o blocchi negativi, traumi o “inquinamenti” fisiologici. Di conseguenza, quest'aspetto è una tappa importante, se non fondamentale, dell'esperienza curativa: un'esperienza potente, dato che l'espulsione fisica è accompagnata da un riconoscimento cosciente dei contenuti emotivi, come esperienze dolorose, emozioni o attitudini. Nell'immaginario interiore del partecipante questo atto può giungere a prendere una forma simbolica, come ad esempio, la sensazione di vomitare oggetti, animali o insetti. Il vomito quindi, viene associato ad un aspetto energetico che implica l'espulsione di ciò che è in eccesso, di ciò che fa male, come traumi, episodi emotivi da risolvere o ricordi dolorosi.
In genere, infatti, una delle preoccupazioni dei curanderos è che i pazienti riescano a raggiungere il vomito, anche se la forte nausea può portare ad una condizione iniziale di rifiuto verso l'esperienza da parte dei partecipanti, o più semplicemente, in uno stato emotivo angoscioso e di timore.
Gli “stati negativi”, individuali o collettivi, però, non vengono soppressi, in quanto fanno parte integrante dell'esperienza e del necessario confronto col proprio Io. Ciò che fa lo sciamano, in questi casi, è guidare/direzionare i pazienti verso il vomito attraverso particolari canti, con l'aiuto della chacapa. In ogni caso, ogni paziente è libero di chiedere aiuto in momenti di particolare malessere e il curandero potrà intervenire anche mettendo in atto le “limpias”: azioni rituali di pulizia in cui lo scopo è proprio quello di estrarre il negativo dal paziente, o comunque facilitarne il processo di cura. Per far ciò lo sciamano può ricorrere:
  • alla chupada → lo sciamano “succhia” via il male attraverso un'aspirazione boccale sul corpo del paziente;

  • alla soplada → lo sciamano soffia del fumo di tabacco su corpo del soggetto, o al vertice del cranio: può effettuarsi anche spruzzando dell'acqua di colonia (Agua Florida, in genere) dalla bocca o nebulizzando il corpo sia dei partecipanti che di se stesso, al fine di pulire, purificare e scacciare eventuali negatività e proteggere dal disordine e dal disequilibrio;

  • all'uso della chacapa: oltre che come strumento musicale, tale oggetto, viene usato per fare aria attraverso un movimento ritmico adeguato all'accompagnamento dei canti per canalizzare i partecipanti all'esperienza e, inoltre, come strumento d'azione sull'Invisibile per scacciare Spiriti o negatività dal corpo di soggetti malati;

  • All'imposizione delle mani sul vertice del cranio o su le parti del corpo del paziente dolorose o da guarire;

  • A canti particolari (icaros) .


Gli effetti fisiologici principali dell'assunzione della bevanda (nausea, tachicardia, vertigini,etc) possono presentarsi in maniera prepotente, ma sono propedeutici all'esperienza centrale, in cui possono o meno presentarsi visioni sfocianti in una crisi di vomito risolutiva.
E' diffusa l'idea che le visioni costituiscano l'aspetto più interessante ed importante in cerimonie con ayahuasca: in realtà siamo noi occidentali a dar loro più importanza di quanto poi, sciamani o nativi gliene attribuiscano. Secondo molti nativi ( e qui posso allargarmi riferendomi a molti luoghi del Sud America), infatti, la produzione visionaria, non è che un fenomeno accessorio. Non è raro, infatti, imbattersi in sciamani o curanderos che manifestino un palese disinteresse verso le visioni: per essi ciò che più conta è arrivare allo stato di mareaciòn ed al vomito. Sotto questa luce, le visioni vengono considerate importanti, solo se facilitatori (visivi) di tale processo, quindi come ausilio, di canalizzazione visiva dello stato percettivo di mareaciòn. Questa non attiene solo al dominio visuale e spesso può palesarsi anche attraverso gli altri sensi. Le percezioni uditive (voci, musica, etc), la percezione del proprio corpo, quelle olfattive (odori molto intensi, nauseabondi o, invece, molto gradevoli), gustative, etc, possono mescolarsi in percezioni incrociate (sinestetiche): un suono visto in colori, un odore visto come forma, un sapore sentito col tatto,etc.
Uno degli “strumenti” primari usati dai curanderos in cerimonie di ayahuasca sono i canti (icaros): lo sciamano non smette quasi mai di cantare durante tutta la notte. Il canto è infatti il primo strumento di cura, sapere e veicolo di conoscenza dello sciamano, il simbolo del suo potere. Non solo rappresenta e racchiude l'energia del guaritore, ma secondo la tradizione, è anche veicolo dell'Ayahuasca stessa: il modo in cui lo Spirito della pianta si manifesta all'esterno e si diffonde nello spazio esterno del Rito. Il canto ha la facoltà di guidare l'esperienza di ogni partecipante, in modo chiaramente differente da individuo a individuo, ma non raramente regala a ciascuno qualcosa di prezioso, che sia un cambio di prospettiva ( negativo → positivo), emozioni particolarmente piacevoli e toccanti, l'emergere di ricordi sepolti,etc, etc.
Con l'ausilio del canto, inoltre, lo sciamano, può invocare Spiriti o entità perchè queste lo aiutino ad operare o a proteggerlo dalle avversità durante il suo lavoro di cura.
Durante la notte, generalmente, i partecipanti possono decidere se ribere o meno ayahuasca: questo dipende da come ognuno si sente. La cerimonia può andare avanti fino alle prime luci del mattino, oppure chiudersi prima verso le 3.00- 4.00 del mattino: ciò dipende da volta a volta, a seconda delle “energie” dei pazienti.
Spesso, quando ormai l'atmosfera si è fatta calma e i partecipanti giungono al sonno, lo sciamano recita un canto o un orazione per chiudere il rituale, ringraziando gli Spiriti e la madre Ayahuasca per il loro aiuto e la loro benevolenza.
Alcuni sciamani, a cerimonia terminata, si rendono disponibili per eventuali confronti con i pazienti, qualora essi abbiano la necessità di raccontare la propria esperienza o di chiedere un parere su quanto vissuto nella nottata, ma questo dipende da sciamano a sciamano.
E' importante che nei giorni appena dopo il rituale, i partecipanti mantengano ancora una dieta leggera, preservandosi da eventuali contatti e scambi “negativi” che potrebbero incrinare l'equilibrio o la sensibilità che proprio in quel periodo si fa molto più acuta.
Partecipare ad una cerimonia di ayahuasca, non è ovviamente una passeggiata...ed è fondamentale che colui che la guida sia non solo competente ed esperto, ma anche molto disponibile con i pazienti nel fornir loro aiuto ed assistenza. Inoltre, come ho accennato sopra, è importante tener presente che nei giorni seguenti il rituale si è più sensibili e vulnerabili alle energie esterne. Di conseguenza, buona prassi è preservarsi da presenze o contatti poco graditi, ritagliarsi un po' di tempo per se stessi al fine di riflettere sull'esperienza, metabolizzando così anche gli aspetti più duri e più forti per trarne insegnamenti e riflessioni utili al proprio quotidiano ed al proprio stato di benessere.

16 commenti:

  1. Con il tempo mi sono creata una piccola selezione di testi - in lingua italiana- concernenti l'Ayahuasca. Ad oggi non dispongo di "Le tre metà di INO MOXO e altri maghi verdi" di Cesar Calvo. Qualcuno può aiutarmi? Vivo a Roma.

    Grazie

    Carla

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    1. Ciao Carla,innanzitutto benvenuta sul mio blog...sono molto contenta del tuo commento, dato che l'intento di questo blog è anche quello di avere la possibilità di poter interagire, scambiando idee, punti di vista e sollevare nuovi quesiti. Ho letto molto sull'Ayahuasca e nelle mie librerie molti sono i testi presenti su questo tema.Intanto ti segnalo 3 testi a mio parere molto interessanti ed esaurienti,ma dimmi se a riguardo c'è un tema particolare legato alla bevanda che vorresti approfondire o conoscere (impieghi, rituali, religioni,etc perchè per esempio, molti testi che ho hanno a che fare anche con lo sciamanesimo o il curanderismo....

      - Ayahuasca,la liana degli spiriti di Walter Menozzi;
      -Il serpente cosmico di Jeremy Narby
      -I jivaro, cacciatori di sogni, di J.M Fericgla

      A presto e piacere!

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    2. Ciao Mesclarina,
      ti ringrazio per l'indicazione dei tre testi,li avevo già letti; ognuno nel suo genere è veramente interessante. A mia volta, mi permetto di segnalarti un bellissimo libro, pure facile da reperire, ovvero "Lo sciamano del Rio delle Amazzoni. La storia di Manuel Cordova-Rios" a cura di Bruce Lamb. pubblicato dalle Edizioni L'Età dell'Acquario. Rispondendo alla tua richiesta d'informazione a riguardo dei miei specifici ambiti d'interesse, t'informo di essere interessata a tutto ciò che concerne l'ayahuasca; in modo particolare alla sua valenza enteogenica. Comunque, in questo periodo, vorrei approfondire le relazioni esistenti fra l'uso cultuale dell'ayahuasca (ma anche dell'iboga) e la dimensione "dell'oltretomba". Ma, in verità, affrontare queste problematiche in un blog (anche se tematico) mi risulta alquanto difficile... e sono sicura che ben comprenderai tale mia difficoltà!
      Un salutone e a presto.
      Carla

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    3. Grazie Carla per il libro suggerito: lo leggerò senzaltro! Una domanda: per relazione fra uso di ayahuasca o iboga e oltretomba cosa intendi esattamente?Le esperienze di "morte" che talvolta si possono vivere sotto l'effetto di questi enteogeni o il rapporto/contatto con il mondo dell'aldilà e degli antenati?Sì,è difficile parlare e anche scrivere di simili argomenti, ma trovo stimolante questi scambi! :)

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    4. Entrambe le possibilità esperenziali. Ancor più stimolante sarebbe poter dar vita ad una Associazione Italiana per lo Studio e la Conoscenza dell'Ayahuasca.
      Saluti, Carla.

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    5. Sarebbe davvero una gran bella cosa Carla...!

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    6. In un modo apparentemente casuale, ma nel caso credo poco, ho reperito una copia del celebre "le tre metà...." nel caso fossi interessata, non esitare a contattarmi.
      Ciao,Carla
      marialauraconsoli@gmail.com

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  2. FELICE OSTARA A TUTTO IL BLOG!
    CARLA

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  3. e' ancora attivo questo blog?...l'ho trovato molto interessante.

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    1. Ciao Fabio, grazie intanto per l'apprezzamento...il blog è ancora attivo, purtroppo però in questo periodo ho poco tempo per aggiornarlo, ma mi auguro di poterlo fare presto (sto già buttando giù un nuovo post)...se comunque hai domande o curiosità non esitare a contattarmi, sia qui sul blog, sia a questo indirizzo e-mail: lefinestredellapercezione@gmail.com

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  4. Salve, dove posso trovare questa sostanza? Nikyno@hotmail.com

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  5. Ciao,
    non si trattà nè di una "sostanza", nè di una droga dallo scopo ludico, come avrai letto dai miei articoli....comunque da noi è illegale.Per trovarla dovresti andare in Sud America, ma ti raccomando di avere una guida esperta e di fiducia: usarla non è uno scherzo,nè una passeggiata...

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  6. Se sentissi il bisogno di intraprendere questa iniziazione al mondo degli Spiriti, dovrei recarmi in Sud America.. ma come potrei contattare questi Sciamani? Esiste un modo preciso o devo semplicemente cercarli?

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  7. Ciao Artemisi,
    io non mi stanco mai di fare mille raccomandazioni a riguardo: è fondamentale rivolgersi a persone di cui si hanno un minimo di referenze e che quindi possano essere di fiducia. Ti assicuro che ne ho sentite dire di tutti i colori ed essere scrupolosi è il minimo necessario prima di intraprendere un cammino di questo tipo. Se hai bisogno di contatti ti posso aiutare; puoi scrivermi in privato a questo indirizzo: lefinestredellapercezione@gmail.com

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  8. Stanno facendo un sacco di cerimonie qui in Italia,bisogna avere i contatti giusti!il problema e che si paga,e non poco!per intraprendere un percorso come hanno gia` detto qui l'unica è andare in sud America ma si sta espandendo...capisco l'importanza di proteggere questa magnifica medicina.purtroppo l'ignoranza negli uomini è alta.un abbraccio di luce

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